Nel PNRR più treni veloci verso Sud per passeggeri e merci. Nord più collegato con l’Europa, linee diagonali per unire l’Adriatico e il Tirreno.
Sono tanti e di gran valore i progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza dedicati alle ferrovie, con una attenzione particolare ai quadranti del centro sud. L’obiettivo è quello di abbassare i tempi di percorrenza dei principali snodi della rete ferroviaria, a Bruxelles il governo ha presentato il dossier “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” come “Missione numero 3” del PNRR che andrà ad attingere ai fondi europei del Next Generation Eu per promuovere il trasporto su rotaia di merci e passeggeri. I nodi di scambio che sono stati individuati dovrebbero portare benefici all’asse Nord-Sud ed Est-Ovest in un piano per complessivi 20,3 miliardi di investimenti aggiuntivi a quelli già stanziati per un totale di 60 miliardi.
Gli interventi sulla rete ad alta velocità previsti al Sud che fanno parte dell’attuale programma di investimenti di Rete ferroviaria italiana (Rfi), la società pubblica del gruppo Fs che gestisce l’infrastruttura, arriveranno a compimento entro il 2026, incrementando capacità e abbassando i tempi di percorrenza. E le differenze non saranno di poco conto: la tratta Napoli-Bari, a completamento del progetto, sarà coperta in 2 ore, mentre ad oggi ci vogliono 3 ore e 30 minuti. Un beneficio che farà passare da 4 a 3 ore il tempo necessario per andare in treno da Roma a Bari e da Napoli a Taranto si risparmieranno 30 minuti. Un’ora di tempo in meno sia per il trasporto merci che passeggeri anche sulla Palermo-Catania e sulla Roma-Reggio Calabria grazie ad interventi analoghi. Anche le cosiddette linee diagonali dall’Adriatico e dal Mar Ionio al Mar Tirreno miglioreranno le loro capacità e le proiezioni parlano di 80 minuti in meno dalla Capitale a Pescara, 15 minuti in meno sulle linee per Ancona e 10 per Perugia in quelli che sono considerati da sempre i veri talloni d’Achille del trasporto ferroviario italiano.
Il piano poi non tralascia il Nord dove vanno colmate alcune lacune, soprattutto nella capacità di collegamento con l’Europa, per questo sono stati previsti interventi sulla Brescia-Verona-Vicenza-Padova sul versante Est, mentre su quello Ovest i progetti ruotano sul Terzo Valico, la linea che consentirà di velocizzare la tratta tra Genova e Novi Ligure. Completati i lavori saranno migliori i collegamenti del sistema portuale ligure con le principali linee ferroviarie del Nord Italia verso la Francia. Il progetto ridurrà di mezz’ora i tempi di percorrenza da Milano a Genova e da Genova a Torino.
L’Italia conta così di ridurre il gap con la media europea di traffico passeggeri che è del 6% contro il 7,9% del continente e di traffico merci che si ferma al 13% contro il 18,7% in Ue. Ed in più permette di puntare alla decarbonizzazione e riduzione delle emissioni, che andranno ad unirsi ad una accresciuta connettività che nel dossier del governo significherà “coesione territoriale grazie alla riduzione dei tempi di percorrenza”. Senza dimenticare “la digitalizzazione delle reti di trasporto e il miglioramento della sicurezza di ponti, viadotti e gallerie, nonchè l’aumento dei sistemi produttivi al Sud attraverso il miglioramento dei collegamenti ferroviari”.
Notevole anche l’impatto occupazionale, la valutazione di Rfi e Anas che unisce dunque le opere ferroviarie a quelle stradali è di un incremento di 68.000 unità di lavoro annue nei prossimi dieci anni, con un profilo crescente sino al 2025, quando l’impatto diretto sarebbe di oltre 100mila unità.