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La psicologia del cliente

La psicologia del cliente

Cosa ci insegnano le neuroscienze sul Customer Journey e su come si evolverà nei prossimi anni.

Comprendere la psicologia del cliente è un passaggio storicamente cruciale. Capire cosa si muove nei meccanismi che guidano le decisioni nel customer journey è sempre stata la priorità di chi agisce sul mercato e lo è ancora di più oggi in un tempo dominato dalle opportunità della digitalizzazione. Le neuroscienze che studiano il nostro modo di interpretare il comportamento umano, offrendo suggerimenti per analizzare e migliorare l’esperienza del cliente sono sempre più utilizzate nel marketing. Gli esperti ci guidano nell’esplorazione dell’intersezione tra neuroscienze e customer journey, svelando i fattori psicologici che influenzano ogni fase del percorso d’acquisto. 

Il cervello del consumatore: un viaggio tra emozioni e razionalità 

Il processo decisionale del cliente non è puramente razionale come si credeva un tempo. La psicologia del cliente è più variegata di quanto si pensi. Le neuroscienze hanno dimostrato che le emozioni giocano un ruolo cruciale nelle scelte di acquisto. L’amigdala, ovvero quel complesso di stimoli del cervello responsabile delle risposte emotive, si attiva spesso prima delle aree cerebrali associative alla logica e al ragionamento analitico. 

Durante il customer journey, il cervello umano elabora simultaneamente informazioni attraverso due sistemi principali: il primo è rapido, intuitivo ed emotivo, il secondo è lento, razionale e analitico. Le imprese più innovative stanno imparando a parlare ad entrambi questi sistemi, creando esperienze che soddisfano sia le esigenze emotive che quelle razionali dei clienti. 

Le fasi del customer journey attraverso la lente delle neuroscienze 

In partenza tutti possiamo definirci bombardati da migliaia di stimoli. Le neuroscienze ci insegnano che l’attenzione è una risorsa limitata e preziosa. I meccanismi di filtraggio selettivo determinano quali stimoli verranno elaborati consciamente e quali ignorati ed è per questo che sempre di più oggi si parla di neuromarketing incentrato su: 

  • Utilizzare colori e contrasti che attivano naturalmente la reazione del cervello 
  • Posizionare gli elementi nel campo visivo in modo strategico 
  • Creare messaggi che stimolano la curiosità e attivano il circuito della dopamina 

Durante la fase di considerazione, il cliente confronta diverse opzioni. Le neuroscienze rivelano che questo processo è fortemente influenzato dalla memoria e dalle associazioni precedentemente formate.
Il marketing può sfruttare questo processo: 

  • Creando associazioni positive con il brand 
  • Ripetendo messaggi chiave per rafforzare le connessioni neurali 
  • Utilizzando narrazioni che si collegano a esperienze emotive significative 

Il momento della decisione di acquisto è il risultato di un complesso dialogo che si muove tra il valore percepito e il centro del piacere che anticipa la gratificazione. Ed è qui che si identificano alcuni potenziali fattori chiave su cui lavorare: 

  • L’avversione alla perdita è più potente della prospettiva di guadagno 
  • L’eccesso di opzioni può paralizzare il processo decisionale 
  • La fiducia riduce l’attività nelle aree cerebrali associate all’ansia 

Dopo l’acquisto, il cervello cerca conferme sulla bontà della decisione presa. La dissonanza cognitiva può emergere se l’esperienza non soddisfa le aspettative, attivando aree cerebrali associate allo stress. Un’esperienza post-acquisto positiva invece: 

  • Rafforza i circuiti neurali di ricompensa 
  • Crea memorie positive che influenzeranno decisioni future 
  • Promuove la condivisione sociale, attivando i circuiti di gratificazione sociale 

Le neuroscienze per comprendere la psicologia del cliente

La psicologia del cliente passa per la comprensione dei processi neurologici. Questa ha portato a numerose applicazioni pratiche nel design dell’esperienza utente: 

Eye-tracking: Analizza i movimenti oculari per comprendere cosa attira l’attenzione del cliente e come ottimizzare l’interfaccia dei propri siti web o punti vendita. 

Analisi delle espressioni facciali: Le microespressioni rivelano emozioni inconsce che i questionari tradizionali non possono cogliere, fornendo insight preziosi sulla reazione emotiva ai prodotti. 

Neuroimaging: Tecniche come la fMRI permettono di osservare quali aree cerebrali si attivano durante l’interazione con prodotti o messaggi pubblicitari. 

Il futuro: personalizzazione neuroadattiva 

La frontiera più promettente è quella della personalizzazione basata su profili neuropsicologici. Analizzando i dati comportamentali, le aziende potranno creare customer journey personalizzati, basati sulla psicologia del cliente. Questi si adatteranno alle peculiarità cognitive ed emotive di ciascun cliente. Le neuroscienze suggeriscono che non esiste un percorso ottimale universale, ma diversi percorsi ottimali per diversi tipi di cervelli. La sfida futura sarà quella di sviluppare sistemi in grado di riconoscere e adattarsi alle diverse architetture neurali

Verso un customer journey brain-friendly e responsabile 

Ecco, dunque, che il passaggio finale diventa il customer journey brain-friendly, dove la vera innovazione non sta nel manipolare il cliente, ma nel creare esperienze che rispettano il funzionamento naturale del cervello, riducendo l’attrito cognitivo e massimizzando la gratificazione. Un approccio etico alle neuroscienze applicate al marketing non solo migliora i risultati aziendali, ma contribuisce a creare relazioni più autentiche e durature con i clienti.

E alcune prassi per un approccio responsabile sono state individuate nella trasparenza, per rendere visibili al cliente i meccanismi di influenza utilizzati; così come nell’autonomia cognitiva che consiste nel rispettare la libertà decisionale, evitando pressioni che bypassano il consenso consapevole e nella progettazione di esperienze che promuovono stati mentali positivi, riducendo stress e ansia.  

Il customer journey brain-friendly si può dire che rappresenta l’evoluzione naturale dell’esperienza cliente, unendo rigore scientifico e sensibilità umana. Le aziende che riusciranno a implementare questi principi non solo otterranno migliori risultati commerciali, ma contribuiranno a creare esperienze digitali più rispettose del funzionamento naturale della mente umana.

La vera innovazione in questo campo consiste nella capacità di allineare gli obiettivi aziendali con i processi cognitivi naturali, creando esperienze che i clienti percepiscono come gratificanti, significative e degne di fiducia.