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Le città intermedie

Le città intermedie

Un gateway che per gli investitori si impone come alternativa a Milano e Roma grazie anche alla spinta dei fondi europei

Le città intermedie da anni primeggiano in tutte le classifiche di qualità della vita e di opportunità economiche. Il loro sviluppo è costante e desta poco clamore. Troppo poco probabilmente, le città intermedie italiane si stanno affermando come alternativa a Milano e Roma. Per i grandi investitori internazionali e sembrano più dinamiche e capaci di intercettare i benefici dei fondi Pnrr e Pinqua. Un insieme di fattori che aumenta progressivamente il loro valore, Kroll Real Estate advisory group ha analizzato diverse occasioni di investimento e di crescita. 

In alcuni casi si tratta di città intermedie che sono un vero e proprio brand mondiale come Firenze Venezia al top per l’hospitality. Le ‘secondary cities’ che spiccano per il loro potenziale di crescita sono anche Verona, Bergamo, Bari, Genova, Bologna, Torino per diversi indicatori e moltiplicatori. Proprio il capoluogo piemontese sembra avere una posizione privilegiata. Qui il reddito medio pro capite degli abitanti è al di sopra della media degli altri capoluoghi. Lo stesso vale per il numero di famiglie rapportate alla densità della popolazione.

Elementi ottimali per proiettare una previsione di investimenti immobiliari futuri nel settore living. Ma non solo, a spingere in alto Torino anche rete dei corridoi Tent-T, le reti Transeuropee dei Trasporti e delle infrastrutture ferroviarie. I progetti di rigenerazione urbana, di circa 60 milioni di euro, hanno proiettato la città al top per gli investimenti nel medio e lungo termine. 

Gli investimenti nelle città intermedie

I progetti di rigenerazione urbana vanno molto bene anche a Bologna, Firenze, Genova e Verona. Questi capoluoghi hanno acquisito una credibilità in grado di attrarre capitali internazionali. Nello studio si fa esplicito riferimento alla riqualificazione del Water front di Levante, dove arriveranno abitazioni di lusso disegnate da Renzo Piano. Oltre ai 240 appartamenti, previsti anche 10-15 mila metri quadrati di uffici, una struttura per l’ospitalità e la riqualificazione del Palasport e un parco urbano di 16mila metri quadrati.

Firenze è partita la riqualificazione dell’ex Manifattura Tabacchi. Questa punta ad essere un centro nevralgico della città con retail, uffici, case e spazi comuni, oltre alla sede di Polimoda. Grandi capitali affluiscono anche a Verona, i fondi in arrivo sono 60 milioni, 50% del Pnrr e 50% del Pinqua. Atteso poi il completamento dell’Alta Velocità Milano-Venezia che dimezzerà i tempi di collegamento tra Verona e Padova. L’Alta velocità è compresa anche tra i moltiplicatori di Bari. Il collegamento tra Napoli e il capoluogo pugliese passerà dalle attuali 4 a 2 ore quando la linea sarà completamente operativa. 

Come sono distribuiti i fondi PNRR

Complessivamente gli investimenti Real estate in Italia fanno guardare con ottimismo alle prospettive future. Secondo i dati di fonte Ance a gennaio 2022, dei 108 miliardi di euro destinati all’edilizia, l’81 per cento risultano come risorse ‘territorializzate’. Si tratta di una fetta molto rilevante rispetto al restante 19% ancora da territorializzare e che fanno ben sperare sugli effetti potranno produrre.

La distribuzione geografica dei fondi del Pnrr appare omogenea. Il 43% assegnati alle Regioni del Mezzogiorno, il 41% alle Regioni del Nord e il 16% alle Regioni del Centro. I territori che ospitano i maggiori investimenti sono la Campania con 10,4 miliardi di euro. Segue la Lombardia con 10 miliardi di euro e la Sicilia con circa 8,4 miliardi di euro. Questi sono concentrati globalmente nella Missione 2 ‘Rivoluzione verde e transizione ecologica’ (38%). Missione 2 comprende, tra gli altri, gli interventi attivati attraverso il Superbonus 110%. Infine c’è Missione 3 ‘Infrastrutture per la mobilità” (31%) che include importanti collegamenti ferroviari in avanzata fase di programmazione.