Il PNRR è anche una sforbiciata all’eccesso di normazione che ha bloccato o ritardato l’execution di troppi progetti
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza vuole anche essere un volano per il tema della semplificazione, introducendo interventi legislativi che vanno a sfoltire la matassa di sovrapposizione di norme e regolamenti e promette di essere la riforma a lungo attesa per autorizzare l’esecuzione di contratti pubblici, grandi e piccole opere e progetti attraverso la “maggiore chiarezza, comprensione e accessibilità della normazione” come si legge nel testo del Pnrr, a cui segue un invito diretto ai governi di programmare gli interventi normativi utilizzando anche lo strumento della consultazione preventiva.
Viene esplicitata la necessità di ridurre il “Gold Plating”, quella pratica di sovra-regolamentazione per la quale si devono non solo recepire obblighi e divieti imposti dal diritto comunitario ma anche quelli che arrivano da mercati dei capitali, intermediari, banche o società in generale, o le famose norme transitorie in un insieme di ostacoli che rende i procedimenti molto complicati e allunga i tempi di execution dei progetti. Il “Gold Plating” deve anche essere più trasparente tanto a livello di disciplina primaria quanto di regole secondarie emanate dalla Pubblica amministrazione e armonizzato con i regolamenti di Bruxelles. Il miglioramento dell’efficacia e della qualità della regolazione dovrà passare anche per l’utilizzo di tecnologie innovative e dell’intelligenza artificiale. E poi assicurare maggiore chiarezza, comprensibilità e anche accessibilità a tutto quello che viene chiamato ‘normazione’.
Va promossa ‘sperimentazione normativa’ per rendere possibile anche l’utilizzo di prodotti e servizi innovativi ad oggi ostacolati dalla disciplina regolatoria e l’applicazione del principio ‘digital by default’ nelle proposte normative.
Assume particolare rilievo anche l’adozione in maniera organica del monitoraggio costante dei processi di adozione da parte del governo dei provvedimenti attuativi delle disposizioni normative e alla sperimentazione di nuovi indicatori di valutazione dell’azione e del programma di governo, anche mediante l’implementazione della piattaforma Monitor predisposta dalla Presidenza del Consiglio.
Per far si che il tutto abbia modalità di attuazione immediate il governo ha introdotto una normativa speciale sui contratti pubblici che rafforza le semplificazioni già varate per decreto legge e prorogate sino al 2023. Ed è lì che viene esplicitato che non richiedono un provvedimento legislativo misure urgenti come l’avvio dei lavori della cabina di regia per il coordinamento della contrattualistica pubblica già istituita alla Presidenza del Consiglio; la riduzione del numero e qualificazione delle stazioni appaltanti; il potenziamento del database di tutti i contratti tenuto dall’Autorità nazionale anticorruzione e la semplificazione e digitalizzazione delle procedure dei centri di committenza.
Se a queste si aggiungono le misure a regime dove la complessità dell’attuale codice dei contratti pubblici ha causato diverse difficoltà attuative il quadro può dirsi completato nella direzione da tempo invocata di semplificare per far partire i progetti nel minor tempo possibile, compreso il rafforzamento degli strumenti per risolvere le controversie alternativi alle azioni dinanzi al giudice.