Skip to main content

La sbalorditiva ascesa del mercato degli NFT tra nuova frontiera del copyright digitale e il pericolo di speculazione e riciclaggio

Gli NFT (non fungible token) sono gli ultimi arrivati sulla frontiera della tecnologia blockchain e della proprietà intellettuale on line e da 3 anni a questa parte si stanno diffondendo a macchia d’olio, un successo dalle implicazioni trasversali che li rende fenomeno da diverse angolature. Definiti anche “gettoni crittografici”, gli NFT si sono rapidamente imposti come sistemi che permettono di certificare l’unicità digitale di un bene. Un’opera d’arte, un video, perfino un tweet. Il tutto basato appunto sul registro digitale delle transazioni, alias blockchain, utilizzato per la generazione di criptovalute come i Bitcoin.

La caratteristica chiave dei gettoni digitali oltre alla loro unicità è che vanno a certificare qualsiasi oggetto, fisico o virtuale, dandogli un valore. Si sono velocemente diffusi nel mondo della tecnologia e dell’arte; può essere apparso stravagante che qualcuno abbia acquistato l’NFT del primo tweet del fondatore di Twitter Jack Dorsey a 2,9 milioni di dollari: 20 insignificanti caratteri “Just setting up my twttr” che però nel 2006 sancivano la nascita della piattaforma di microblog più rivoluzionaria e ancora oggi se non certo la più diffusa, la più autorevole. Discorso differente potrebbe riguardare forse il ‘collage digitale’ realizzato dall’artista americano Beeple e fatto di disegni e animazioni ideati quotidianamente per 5mila giorni consecutivi e venduto alla cifra record di 69,3 milioni di dollari. E si potrebbe andare avanti con le opere musicali, un video su YouTube, o persino popolari meme su internet, tutti segnali di un cambiamento storico anche nel concetto di copyright, perchè chi compra un NFT che corrisponde ad un’opera, possiede in realtà solo il documento emesso dal creatore che ne certifica la cessione ma non significa che l’opera in quel momento diventa privata, la sua circolazione deve restare accessibile e anche il suo valore può crescere.

Ragion per cui il mercato degli NFT suscita sempre di più l’interesse degli investitori che stanno facendo lievitare le transazioni di anno in anno, sino a raggiungere un valore record di oltre 17 miliardi di dollari nel 2021, con un incremento da capogiro: il 21.000 per cento rispetto all’anno precedente. Quanto ai beni più scambiati, rientrano nella categoria degli oggetti da collezione, come nel caso dei lotti di avatar e delle immagini  che, nel complesso, hanno generato transazioni per un valore di 8,4 miliardi di dollari. Anche il segmento dei giochi ha assorbito un cospicuo flusso di denaro (5,2 miliardi di dollari). Degna di nota la crescita della categoria dei token del metaverso: Vendite di terreni digitali e di elementi appartenenti a questo nuovo spazio virtuale sono destinati in prospettiva a svilupparsi maggiormente.

Chi monitora costantemente il mercato come NonFungible.com asssicura anche che i valori sono stati depurati dalle attività di bot e speculatori e che nel corso dell’anno dovrebbero stabilizzarsi senza ulteriori impennate o bolle speculative. Un segno di maturità già acquisita da parte degli NFT che vengono oggi visti come un motore fondamentale per il web 3.0, tanto che si sono mossi in questa direzione anche grandi marchi come Visa, Adidas e Nike. Ovviamente i pericoli sono anche altri, l’assenza di regole e controlli porta ad evidenti paradossi, come ad esempio quando a comprare sono gli stessi proprietari per drogarne il valore e riciclare denaro. Fenomeno chiamato wash trading che ha portato a rimozioni diffuse sul mercato di opere plagiate, raccolte false e spam. L’anno della verità sarà proprio il 2022 per capire se e come interverranno i giusti correttivi.